Il decagono è molto più che un semplice poligono regolare: è una finestra sulla straordinaria visione dell’universo degli antichi filosofi greci. Con i suoi dieci lati uguali e angoli interni di 144°, il decagono incarna la simmetria perfetta e il potere del numero 10. Questo numero, per i Pitagorici, non era solo un valore matematico ma un simbolo sacro, strettamente legato alla Tetraktys, un triangolo formato dalla somma dei primi quattro numeri naturali (1+2+3+4=10). Per loro, questa figura rappresentava l'ordine che governa il cosmo, un’armonia che rifletteva la perfezione divina.
Dal punto di vista geometrico, ogni lato del decagono inscrive un triangolo isoscele con un angolo al vertice di 36°, creando una divisione armoniosa del cerchio. Inoltre, le diagonali del decagono, ben 35 in totale, erano chiamate “Armonia” dai Pitagorici. Questo perché il numero 35 si collega anche alla teoria musicale antica: era la somma di rapporti numerici usati per calcolare intervalli sonori, come 6+8+9+12. La geometria, la musica e la matematica si fondevano, quindi, per rappresentare le leggi universali.
Il decagono non vive solo in due dimensioni. Si ritrova nella struttura tridimensionale dei solidi platonici, come l’icosaedro e il dodecaedro, che rappresentano rispettivamente lo spirito maschile e la materia femminile. Questi solidi riflettono il potere creativo dell'universo: lo spirito che plasma la materia, dando origine alla realtà. Il fatto che entrambe le figure possano essere inscritte in una sfera rinforza il loro legame con il decagono, che sembra incarnare una sorta di ponte tra dimensioni geometriche e cosmologiche.
Qui si conclude la prima parte e vi diamo appuntamento al prossimo venerdì per la seconda parte, dove approfondiremo l'aspetto filosofico della questione. Nel frattempo non vediamo l'ora di leggere le vostre opinioni nella sezione commenti!